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Lavori Pubblicati

A Phospholipid Profile at 4 Months Predicts the Onset of Celiac Disease in at-Risk Infants

R. Auricchio1, 2, M. Galatola1, 2, D. Cielo1, 2, A. Amoresano 3, M. Caterino 4,5, E. De Vita 3, A. Illiano 3, R. Troncone 1,2, L. Greco 1,2 & M. Ruoppolo 4,5

Il presente studio ha esplorato il profilo dei lipidi sierici di un gruppo di neonati a rischio di celiachia (CeD), seguiti fino a 8 anni per monitorare l'insorgenza della celiachia.
Abbiamo identificato una specifica firma lipidica presente nel siero che predice l'insorgenza della celiachia nei neonati HLA a rischio anni prima della comparsa di anticorpi specifici per la malattia, e prima di qualsiasi sintomo clinico, anche prima dell'introduzione del glutine nella dieta a 4 mesi.


Growth rate of coeliac children is compromised before the onset of the disease

Renata Auricchio,1 Pio Stellato,1 Dario Bruzzese,2 Donatella Cielo, Alfredo Chiurazzi,1 Martina Galatola,1 Gemma Castilljeo,3 Paula Crespo Escobar,4 Judith Gyimesi,5 Corina Hartman,6 Sanja Kolacek,7 Sybille Koletzko,8 Ilma Korponay- Szabo,5 Maria Luisa Mearin,9 Caroline Meijer,10 Malgoscia Pieścik- Lech,10 Isabel Polanco,11 Carmen Ribes- Koninckx,12 Raanan Shamir,13,14 Hania Szajewska,15 Riccardo Troncone,1 Luigi Greco1

Abbiamo riscontrato che la velocità di crescita in peso e in lunghezza/altezza era significativamente più basso nei bambini che hanno sviluppato la CD rispetto ai controlli, pur rimanendo negli "standard clinici".


Gliadin-reactive T cells in Italian children from preventCD cohort at high risk of celiac disease

Alessandra Camarca1,*, Renata Auricchio2,*, Stefania Picascia3 , Olga Fierro1, Mariantonia Maglio2, Erasmo Miele2, Basilio Malamisura4, Luigi Greco2, Riccardo Troncone2 & Carmen Gianfrani2,3 1Institute of Food Sciences, National Research Council, Avellino, Italy; 2Department of Medical and Translational Sciences, Section of Pediatrics and European Laboratory for the Food Induced Diseases (E.L.F.I.D), University of Naples Federico II, Naples, Italy; 3Institute of Protein Biochemistry, National Research Council, Naples, Italy; 4Department of Pediatrics, University Hospital of Salerno, Salerno, Italy

I neonati ad alto rischio di celiachia (CD) sono stati reclutati in Italia nell'ambito dello studio multicentrico europeo PreventCD. Uno degli obiettivi del progetto è stato quello di indagare la reattività delle cellule T intestinali alla gliadina. La maggior parte dei bambini con diagnosi di CD (classica o potenziale) ha avuto una risposta infiammatoria alla gliadina. In particolare le cellule T reattive alla gliadina sono state rilevate nell'intestino di bambini a rischio di sviluppare la CD, in alcuni casi anche in presenza di una mucosa normale e di anticorpi specifici per la celiachia ancora assenti.


Can Celiac Disease Be Prevented?

Renata Auricchio* and Riccardo Troncone Department of Medical Translational Sciences & European Laboratory for the Investigation of Food-Induced Diseases, University Federico II, Naples, Italy

È possibile oggi pensare di prevenire la celiachia? Le strategie di prevenzione si basano sull'identificazione dei soggetti a rischio e dei fattori scatenanti associati allo sviluppo della malattia. In questa review sono riportati tutti i dati della letteratura prodotti in quest’ambito negli ultimi 10 anni, lasciando ben sperare!


Respiratory Infections and the Risk of Celiac Disease

Renata Auricchio, MD, PhD, a, b Donatella Cielo, MSc, a Renato de Falco, MD, a Martina Galatola, MSc, PhD, a Valentina Bruno, MD, a Basilio Malamisura, MD, c Maria Giovanna Limongelli, MD, d Riccardo Troncone, MD, PhD, a, b Luigi Greco, MD, PhDa, b

L'aumento dell'incidenza della malattia celiaca (CD) suggerisce che le infezioni comuni che precedono l'insorgenza di malattie autoimmuni potrebbero essere un fattore scatenante la risposta immunitaria. Il nostro obiettivo è stato quello di esplorare la relazione tra le infezioni nei primi anni di vita e lo sviluppo della CD in bambini geneticamente predisposti. Le infezioni respiratorie durante i primi 2 anni di vita hanno conferito un rischio di circa due volte maggiore di sviluppare la CD.


Prediction Models for Celiac Disease Development in Children From High-Risk Families: Data From the PreventCD Cohort

Caroline R. Meijer,1,* Renata Auricchio,2,* Hein Putter,3 Gemma Castillejo,4 Paula Crespo,5 Judit Gyimesi,6 Corina Hartman,7 Sanja Kolacek,8 Sibylle Koletzko,9,10 Ilma Korponay-Szabo,6 Eva Martinez Ojinaga,11 Isabel Polanco,11 Carmen Ribes-Koninckx,12 Raanan Shamir,7 Hania Szajewska,13 Riccardo Troncone,2 Vincenzo Villanacci,14 Katharina Werkstetter,9 and M. Luisa Mearin1 1 Department of Pediatrics, Leiden University Medical Center, Leiden, the Netherlands; 2Translational Medical Sciences and European Laboratory for the Investigation of Food-Induced Disease, University of Naples Federico II, Naples, Italy; 3Department of Medical Statistics, Leiden University Medical Center, Leiden, the Netherlands; 4Pediatric Gastroenterology Unit, Hospital Universitario Sant Joan de Reus, Reus, Spain; 5ADViSE, Department of Health Sciences, European University Miguel de Cervantes, Hospital Recoletas Campo Grande, Valladolid, Spain; 6Coeliac Disease Centre, Heim Pál National Paediatric Institute, Budapest, Hungary; 7Institute for Gastroenterology, Nutrition and Liver Disease, Schneider Children’s Medical Center, Sackler Faculty of Medicine Tel Aviv University, Tel Aviv, Israel; 8Referral Center Pediatric Gastroenterology and Nutrition, Zagreb University, Medical School, Zagreb, Croatia; 9Dr. von Hauner Children’s Hospital, Department of Pediatrics, University Hospital, LMU Munich, Munich, Germany; 10Department of Pediatrics, Gastroenterology and Nutrition, School of Medicine Collegium Medicum University of Warmia and Mazury, Olsztyn, Poland; 11Pediatric Gastroenterology and Nutrition, La Paz University Hospital, Madrid, Spain; 12Pediatric Gastroenterology Unit, La Fe Hospital, Valencia, Spain; 13Pediatrics, Warsaw, Medical University of Warsaw, Warsaw, Poland; and 14Institute of Pathology, ASST-Spedali Civili Brescia, Brescia, Italy

In bambini con familiari di primo grado con celiachia, la diagnosi di malattia è spesso in età molto giovane, in media 4 anni. Il rischio maggiore è associato al sesso (femmina), all'età e all'HLA-DQ2 in doppia dose. Quindi i bambini con queste caratteristiche meriterebbero una maggiore attenzione da parte del medico e della famiglia nei primi anni di vita.


Gluten consumption and inflammation affect the development of celiac disease in at‑risk children

Auricchio Renata1,2*, Calabrese Ilaria3, Galatola Martina1, Cielo Donatella1, Carbone Fortunata4,5, Mancuso Marianna1, Matarese Giuseppe4,6, Troncone Riccardo1,2, Auricchio Salvatore2 & Greco Luigi2

I bambini a rischio di celiachia che nel corso del tempo hanno sviluppato la malattia erano quelli che mangiavano più glutine e una dieta “poco Mediterranea” nei primi due anni di vita. Questo dato correlava direttamente con il profilo di proteine dell’infiammazione (citochine) presenti nel siero a 36 mesi. Sorprendentemente, i livelli di citochine erano aumentate già a 4 mesi, prima dell'introduzione del glutine, dimostrando che i bambini che sviluppano la malattia nascono già “infiammati” e quindi più esposti ad altri rischi, come le infezioni.


Presymptomatic Diagnosis of Celiac Disease in Predisposed Children: The Role of Gene Expression Profile

􀀁yMartina Galatola, 􀀁yDonatella Cielo, 􀀁Camilla Panico, 􀀁Pio Stellato, zBasilio Malamisura, Lorenzo Carbone, y§Carmen Gianfrani, 􀀁yRiccardo Troncone, 􀀁yLuigi Greco, and 􀀁yRenata Auricchio􀀁

Lo scopo di questo studio è stato quello di prevedere mediante l’analisi di espressione genica quali bambini provenienti da famiglie a rischio avrebbero sviluppato la Celiachia (CD) dalla nascita fino a 6 anni di età, ben prima della produzione di autoanticorpi anti-transglutaminasi (anti-tTG) o della comparsa di sintomi. Abbiamo confermato l'importanza dell'aplotipo HLA e abbiamo scoperto 5 geni candidati che sembrerebbero contribuire ad aumentare il rischio di sviluppare la CD. Infatti, i 5 geni erano espressi molto prima che si manifestasse la malattia e quindi hanno identificato con notevole accuratezza e molto precocemente i bambini che alla fine hanno sviluppato la CD nel corso della vita.


Randomized Feeding Intervention in Infants at High Risk for Celiac Disease

S.L. Vriezinga, R. Auricchio, E. Bravi, G. Castillejo, A. Chmielewska, P. Crespo Escobar, S. Kolaček, S. Koletzko, I.R. Korponay-Szabo, E. Mummert, I. Polanco, H. Putter, C. Ribes-Koninckx, R. Shamir, H. Szajewska, K. Werkstetter, L. Greco, J. Gyimesi, C. Hartman, C. Hogen Esch, E. Hopman, A. Ivarsson,T. Koltai, F. Koning, E. Martinez-Ojinaga, C. te Marvelde, A. Mocic Pavic, J. Romanos, E. Stoopman, V. Villanacci, C. Wijmenga, R. Troncone, and M.L. Mearin

In questo lavoro, gli autori avevano ipotizzato che la frequenza della celiachia a 3 anni di vita possa essere ridotta esponendo i neonati geneticamente predisposti a piccole quantità di glutine a 16-24 settimane di età, preferibilmente mentre erano ancora allattati al seno. I risultati però non hanno confermato quest’ipotesi, infatti la percentuale di diagnosi nel gruppo dei bambini trattati non era di molto inferiore a quello del gruppo dei non trattati. Il rischio maggiore di celiachia è stato associato alla presenza di una doppia dose di gene HLA DQ2 e al sesso femminile, in entrambi i gruppi.


Circulating miRNAs as Potential Biomarkers for Celiac Disease Development

Ineke L. Tan1,2, Rodrigo Coutinho de Almeida 3, Rutger Modderman1, Anna Stachurska 1, Jackie Dekens1,4, Donatella Barisani 5, Caroline R. Meijer 6, Marı´a Roca7, Eva Martinez-Ojinaga 8, Raanan Shamir9,10, Renata Auricchio 11, Ilma R. Korponay-Szabo´ 12, Gemma Castillejo 13, Hania Szajewska 14, Sibylle Koletzko15,16, Alexandra Zhernakova 1, Vinod Kumar1,17, Yang Li 1,18,19, Marijn C. Visschedijk 2, Rinse K. Weersma2, Riccardo Troncone 11, M. Luisa Mearin6, Cisca Wijmenga 1, Iris Jonkers1 and Sebo Withoff1*

Sono stati identificati 53 piccole molecole di RNA (miRNA) circolanti nel siero che possono essere usati come biomarcatori precoci per la Celiachia, già due anni prima della diagnosi.